Giovanni Antonio Amadeo


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Nessun architetto e scultore ebbe più successo di lui in Lombardia tra gli ultimi decenni del XV secolo e l'inizio del Cinquecento avendo partecipato a quasi tutti i maggiori cantieri del tempo, tra i quali si ricordano la Cappella Colleoni a Bergamo, la Certosa di Pavia, il Duomo di Milano, di cui fu capo-architetto dal 1490 fino alla morte nel 1522, la chiesa di S. Maria delle Grazie a Milano e il Santuario di Saronno. Nato a Pavia nel 1447, aveva iniziato come scultore nella bottega di Giovanni Solari e dei figli Guiniforte e Francesco, attiva sia a Milano che alla Certosa di Pavia, ed era stata per lui determinante la conoscenza dell'opera dell'architetto fiorentino Filarete, a quel tempo impegnato in importanti costruzioni a Milano e a Bergamo e autore del Trattato di Architettura per Francesco Sforza. L'importante incarico ricevuto all'età di soli ventitré anni da parte di uno degli uomini più potenti del tempo, Bartolomeo Colleoni, può spiegarsi con il precoce aggiornamento di Amadeo al Rinascimento toscano e agli studi sulle antichità romane ma soprattutto con l'esperienza maturata dall'artista nel grandioso cantiere della Certosa, considerata come proprio mausoleo dagli Sforza con i quali Colleoni era in forte competizione. Durante i lavori alla Cappella, nel 1474, Amadeo ottenne l'incarico di realizzare una parte della facciata della Certosa, mentre l'altra metà era stata affidata ai fratelli Cristoforo e Antonio Mantegazza. Il suo carattere distintivo è il modo originale con cui vestiva di molteplici elementi decorativi scultorei e cromatici le sue misurate architetture di impianto rinascimentale. Tuttavia la sua visione artistica, apparentemente ricca e ossequiosa nei confronti del mondo antico, fu sorretta da una profonda adesione spirituale ad esso solo nella fase matura della sua attività, dagli anni '90 del Quattrocento in poi.

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