Il soggetto di questo dipinto è centrale nella decorazione della Cappella: vi allude anche un rilievo sul sarcofago del Colleoni. Si riferisce al famoso episodio biblico della battaglia di Gàbon contro gli Amorrei, in cui Giosuè, comandante dell'esercito ebraico, all'avvicinarsi della sera chiese a Dio di fermare il sole per completare la disfatta dei nemici. Il dipinto, che andava a sostituire un affresco cinquecentesco molto rovinato dello stesso soggetto attribuito a Giovan Battista Castello, elogiava le gesta di quei grandi condottieri che erano stati strumento del disegno divino, proprio come Colleoni, e si riallacciava esplicitamente alla battaglia della Riccardina da lui combattuta nel 1467 e proseguita anche nelle ore notturne, contro ogni consuetudine. La scena è drammatica: sotto un cielo notturno, benché illuminato contemporaneamente dal sole e dalla luna, si contrappongono numerosi gruppi di corpi ammassati. La composizione tumultuosa è strutturata sull'incrocio delle diagonali e sul forte contrasto di zone di luce e di ombra. L'opera fu commissionata al bolognese Giuseppe Maria Crespi alla fine del 1737, sei anni dopo gli affreschi del Tiepolo, e fu consegnata nell'autunno del 1738. La carica quasi "espressionistica" della composizione è uno dei tratti distintivi della piena maturità del Crespi, di cui la tela può essere considerata un manifesto. In collezione privata esiste un dipinto di piccolo formato che potrebbe essere il bozzetto preparatorio del quadro.
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