Ciclo delle Virtù


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Lungo le pareti affrescate della sala, entro ampi riquadri, si susseguono dieci personificazioni di Virtù, sedute su troni: si riconoscono le tre Virtù Teologali (la Fede con il calice e la croce, la Speranza con le mani giunte, la Carità con due bambini a cui distribuisce l'obolo) e le quattro Virtù Cardinali (la Giustizia con la spada e la bilancia, la Fortezza con la colonna, la Temperanza che annacqua il vino e la Prudenza con tre volti e uno specchio). Queste qualità, che erano il fondamento etico del Cristianesimo, dovevano distinguere, in particolare, il condottiero e l'uomo di governo e pertanto erano state raffigurate anche nel Monumento funebre del Colleoni, nel Castello di Malpaga e nel palazzo Colleoni a Brescia. A queste virtù canoniche si aggiungono anche la Pace con l'ulivo, l'Umiltà con il giogo sulle spalle e un agnello e la Castità con il giglio e il liocorno, prerogative delle fanciulle da maritare. A fianco della porta d'ingresso è dipinto un personaggio maschile di incerta identificazione. In queste Virtù è stato individuato un riflesso tipologico delle Virtù intarsiate nella porta della Sala della Iole nel Palazzo Ducale di Urbino, eseguite intorno al 1474 da Baccio Pontelli e forse note in Lombardia attraverso disegni. La presenza dell'urbinate Donato Bramante nel 1477 a Bergamo per dipingere la facciata del Palazzo del Podestà potrebbe aver favorito la diffusione di spunti artistici provenienti dall'Italia centrale.


Per approfondire :
Castello di Malpaga
 

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