Bartolomeo Colleoni morì il 3 novembre 1475 nel Castello di Malpaga, forse di epatite acuta. Poiché il monumento funebre non era ancora terminato, il corpo fu inumato con esequie solenni solo il 4 gennaio 1476 e la cassa fu inserita entro il sarcofago maggiore da un varco sul fondo. Nei secoli molte furono le ispezioni per verificare l'esistenza del corpo di Colleoni che non fu mai trovato. Anche Gabriele d'Annunzio dedicò un verso al "sepolcro vano" del condottiero. Quando nel 1922 Vittorio Emanuele III in visita a Bergamo chiese l'esatta ubicazione del corpo, non ricevette alcuna risposta, ma da quel momento partirono incalzanti ricerche per individuare la sepoltura di Colleoni. Solo nel 1969 una più attenta ricerca condotta sulla base dei documenti storici portò a un risultato sorprendente: dietro a un controfondo di malta nel sarcofago inferiore si celava la vera sepoltura del condottiero. Il corpo del capitano era ancora vestito come descritto nelle cronache dei suoi funerali con il berretto da capitano, il bastone del comando, la spada e gli speroni. Insieme fu trovata anche una targa in piombo con incisa una breve biografia destinata al giorno del giudizio: "Bartolomeo Colleoni ... Comandante Generale del Veneti, mai sconfitto, visse 80 anni e comandò per 24 ...". In realtà la durata del suo comando sull'esercito veneziano fu di 20 anni ma è probabile che la targa, scritta dopo la sua morte, contenesse dati non verificati.