L'opera si riferisce all'episodio biblico in cui Giacobbe incontrò un uomo, rivelatosi Dio, che lo obbligò a lottare con lui. Nel Sei-Settecento, ma anche nella successiva arte neoclassica e romantica, Dio fu sostituito dall'angelo e il combattimento incarnò la lotta spirituale dell'uomo con le forze soprannaturali. La composizione è dominata dalla massa luminosa delle due figure contro un fondo scuro che ne evidenzia il senso plastico. I contrasti chiaroscurali e la contrapposizione tra zone di luce e ombra sottolineano la dinamica gestuale della lotta. Il dipinto, commissionato a Gregorio Guglielmi nel 1765, doveva già essere terminato l'anno successivo e sicuramente esposto nella Cappella nel 1767. Nella scena si riscontrano i caratteri tipici della produzione del noto artista romano, come la grazia delle figure in movimento, l'artificioso arricciarsi delle vesti, i colori vivi e l'ardita costruzione prospettica.
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