Ritratto di Bartolomeo Colleoni


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Autore Giovan Battista Moroni

Dopo quasi cento anni dalla morte, intorno al 1565, il Luogo Pio volle eternare in un ritratto l'effige di Bartolomeo Colleoni, fondatore dell'ente, il cui aspetto reale era conosciuto solo attraverso una medaglia di bronzo fusa da Marco Guidizzani e l'affresco nella chiesa dell'Incoronata a Martinengo, oggi al Luogo Pio, unico ritratto dipinto dal vivo. La scelta cadde sul pittore Giovan Battista Moroni, iniziatore della "pittura della realtà" a Bergamo, uno dei pochi in grado di cimentarsi nel difficile compito di dare un'apparenza reale a un'antica effige senza vita, riallacciandosi a quella tradizione storiografica che considerava i grandi pittori capaci di competere con la natura e superarla. Avendo come modello il ritratto presente nel dipinto del Cristo in pietà e santi, conservato anch'esso al Luogo Pio e derivato dal dipinto di Martinengo, e seppur obbligato a ripetere il taglio di profilo, ormai sorpassato nella ritrattistica coeva, il pittore riuscì in questa impresa realizzando un vivido ritratto dallo sguardo benevolo ma vigile, caratterizzato da un incarnato reale percorso dalla trama delle rughe e da una corazza lucente, di antica foggia. Questa effige è nota in varie copie, una delle quali, più tarda, si trova ora al Luogo Pio, una attribuita a Enea Salmeggia all'Accademia Carrara e un'altra, anonima, al Castello Sforzesco. L'effige elaborata dal Moroni ebbe una lunga fortuna e ancora nel XIX secolo il pittore Trécourt ne eseguì una copia, oggi in Prefettura.


Per approfondire :
Bartolomeo Colleoni, uomo del Rinascimento
 

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