Ercole ingaggiò una lotta con il crudele gigante Anteo, che era invincibile purché almeno una parte del suo corpo rimanesse a terra. Ercole allora lo sollevò e lo strinse a sé impedendogli di liberarsi fino a quando tutte le forze del gigante non furono svanite. Questa scena, che simboleggia l'eterno scontro tra vizio e virtù nell'animo umano, mostra delle assomiglianze con la celebre composizione del fiorentino Antonio del Pollaiolo realizzata in pittura e in scultura per i Medici in quello stesso periodo: forse Amadeo la poté conoscere attraverso disegni circolanti nell'Italia settentrionale. Nel rilievo lo scultore passa con padronanza dallo spessore minimo nel paesaggio sullo sfondo all'altorilievo nelle figure in primo piano: si noti che Anteo ha la gamba in profondità semplicemente profilata dal segno energico di Amadeo mentre l'altra che si piega verso lo spettatore è modellata quasi a tutto tondo.