Nato a Casalmaggiore in provincia di Cremona nel 1779, Giuseppe Diotti si formò a Parma presso l'Accademia, a Roma, dove studiò Raffaello e l'arte classica romana, e infine a Milano, dove rafforzò i legami con l'ambiente artistico cittadino, fortemente improntato al Neoclassicismo, e in particolar modo con Andrea Appiani. Nel 1811 si trasferì a Bergamo per ricoprire l'incarico di docente e, per trent'anni, anche di direttore della neonata Accademia Carrara. Sotto la sua guida, la scuola divenne una delle più autorevoli dell'Italia settentrionale formando artisti illustri come Trécourt, Piccio e Scuri. Per quanto riguarda la produzione pittorica, Diotti fu un buon ritrattista ma anche decoratore di chiese e palazzi, soprattutto nelle zone comprese tra Bergamo e Cremona. Grande sostenitore del Neoclassicismo, solo in alcune circostanze non disdegnò le tematiche romantiche, che si stavano diffondendo nell'ambiente culturale milanese. Una su tutte la versione del Conte Ugolino eseguita per il conte Tosio di Brescia, opera che gli decretò un notevole successo di pubblico. Il dipinto che invece meglio rappresenta la fedeltà agli ideali classici e al Cinquecento romano è la Morte di Antigone, commissionata dall'Accademia Carrara nel 1845. Negli ultimi tempi Diotti si ritirò a lavorare nella natìa Casalmaggiore, dove morì nel 1846.
Tobia restituisce la vista al padre