Nato a Verona nel 1706, Giambettino Cignaroli fu definito dall'imperatore d'Austria "il maggior di suoi tempi". Avviato alla pittura da Sante Prunati, frequentò poi la scuola di Antonio Balestra, da cui riprese l'amore per il contorno definito e la grazia di volti e sguardi. Nella formazione, avvenuta su basi classiciste, giocarono un ruolo fondamentale le tonalità chiare, tipiche della tradizione veronese. Dopo essere venuto a contatto con l'opera del Ricci e del Piazzetta durante un soggiorno nella città lagunare avvenuto negli anni Trenta, lo stile del Cignaroli si arricchì di luce e si alleggerì negli sfondi recuperando la grande pittura del Cinquecento, con una predilezione per quella di Paolo Veronese. Nel pieno della sua attività, si collocano le esperienze bergamasche del Duomo e della Cappella Colleoni. In quegli anni, il suo stile si caratterizzava per il maggiore dinamismo delle figure e l'uso di tonalità più basse sulla lezione di Giovanni Battista Pittoni. Cominciarono ad arrivare importanti commissioni anche dall'estero, soprattutto da Austria e Spagna, e divenne famoso in tutta Europa. Cignaroli ha lasciato un numero considerevole di opere nella Lombardia orientale, soprattutto a Bergamo, a Brescia e nelle rispettive province.
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