L'opera raffigura il modello fondamentale della famiglia umana: la Sacra Famiglia con San Giovannino. La scena è ambientata in un paesaggio naturale: ai piedi della Madonna, i due bambini giocano allegramente con un agnellino. In un primo momento, i deputati del Luogo Pio Colleoni chiamarono Angelica Kauffmann per affidarle il secondo dipinto di Antonio Concioli, la cui tela di Giuditta e Oloferne non aveva convinto gli esperti bergamaschi. All'inizio del 1789 la richiesta venne mutata in una tela centinata staccata dal ciclo degli ovali. L'opera, che risultava terminata nell'ottobre dello stesso anno, arrivò a Bergamo solo nella primavera del 1790. Destinata alla parete di fronte all'altare, venne spostata nel presbiterio per permettere la collocazione della tomba di Medea Colleoni proveniente dal monastero della Basella di Urgnano. La scena sacra, alquanto insolita per un'artista come la Kauffmann, per lo più impegnata in ritratti e temi arcadici e mitologici, riscosse da subito i favori della critica bergamasca. La leggerezza della composizione, il gioco di sguardi tra la Madonna, il Bambino e San Giovannino, e la delicata gestualità delle figure prendono spunto dai grandi maestri del passato, in particolare da Raffaello.
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