L'iscrizione latina, aggiunta all'affresco poco dopo la morte di Bartolomeo, riporta notizie sui monasteri di Martinengo costruiti o restaurati dal Capitano. Divenuta in gran parte illeggibile, fu ridipinta con vari errori ma, grazie ad antiche trascrizioni abbiamo il ricordo del testo originale, che in italiano recita pressappoco così: "Il fu Bartolomeo Colleoni, valoroso comandante dell'esercito della Serenissima, nobile bergamasco della casa d'Angiò, signore di Martinengo, Romano, Ghisalba, Malpaga, Cavernago, Palosco, Urgnano, Cologno e Solza, con sentimento devoto per il serafico ordine di San Francesco e condotto da pia compassione, adornò questo tempio di magnifici arredi per il culto divino e, in primo luogo, portò a compimento fino alla calce questo ampio monastero a sue spese. Inoltre, per soddisfare un pio voto della sua benemerita consorte, l'illustre madonna Tisma, costruì, ornò e dotò il monastero di Santa Chiara nel Castello di Martinengo. Morì il nobile e illustre Bartolomeo il 3 novembre 1475 e perciò in quel giorno, ogni anno, i frati e le monache devono celebrare per l'anima sua una messa in suffragio per non peccare di ingratitudine".