Lo stile architettonico della Cappella Colleoni


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La cappella Colleoni rappresenta uno straordinario esempio di fusione tra la cultura lombarda e quella veneziana: fu infatti eseguita in territorio veneziano per il Capitano Generale delle truppe della Serenissima da un artista lombardo a capo di maestranze lombarde. A Venezia e alle cupole di San Marco si deve la scelta di strutturare le cupole della Cappella in legno con rivestimento esterno in lastre di piombo. Il debito più importante è con l'architetto Filarete, fiorentino ma molto attivo a Milano, da cui Amadeo acquisì l'impostazione generale della facciata e della cupola ottagonale. La pianta quadrata della cappella con piccolo presbiterio rettangolare deriva direttamente dalla Cappella Portinari, da poco costruita in Sant'Eustorgio a Milano, e, prima di questa, dalla Sagrestia Vecchia in San Lorenzo a Firenze di Brunelleschi, entrambe cappelle funerarie. Molti dettagli decorativi "all'antica" furono recuperati da Amadeo dagli edifici quattrocenteschi di area lombardo-veneta o da disegni di rovine romane: la densità di questi elementi in facciata e la loro libera composizione, organizzata in una sorta di "horror vacui", induce a pensare che Amadeo non avesse mai visto architetture antiche complete ma che avesse studiato soprattutto elementi minuti come frammenti decorativi, sarcofagi o tabernacoli sepolcrali. Il motivo del fondo della facciata, eseguito con lastre in marmo bianco, rosa e nero, è derivato dai pavimenti romani a "reticulatum". Il modo non convenzionale dell'Amadeo di rielaborare i modelli antichi, introdotto nella Cappella Colleoni e nella facciata della Certosa di Pavia, si diffuse in Lombardia fino alla prima metà del Cinquecento.