Fino al 1470 circa in Lombardia per i rivestimenti esterni degli edifici fu sempre preferito l'uso della terracotta a quello del marmo per la scarsa disponibilità del materiale e per gli alti costi di trasporto. Basti pensare al marmo bianco di Carrara che arrivava in pianura Padana, circumnavigando tutta l'Italia fino alle foci del Po per poi risalire il fiume sino alla destinazione desiderata. Benché il gusto per l'antichità classica suggerisse l'uso del marmo, auspicato anche nel Trattato del Filarete, bisognò attendere l'ambizioso progetto della Cappella Colleoni, perché questo materiale fosse utilizzato in grande stile in una facciata. Durante il restauro conservativo della facciata, avvenuto dal 1988 al 1995, sono stati identificati 17 diversi tipi di marmi e pietre. Troviamo il marmo bianco di Candoglia, il calcare nero e il Rosso Entratico di Verona, il calcare veronese rosso, la violacea pietra Simona, mentre il marmo bianco di Carrara, materiale pregiato per la qualità finissima della grana e l'assenza di venature, fu utilizzato in tutta la statuaria, nelle finestre, nel portale, nel rosone e nello zoccolo. A restauro concluso sono state eseguite riproduzioni di tutti gli elementi scolpiti, ma solo le copie delle statue sono state sostituite agli originali, che ora possono essere ammirati nel Museo del Luogo Pio Istituto Bartolomeo Colleoni.